LUTTO

La morte è un evento della vita. La società in cui viviamo ci ha un po’ disabituati all’esperienza della morte, in qualche modo l’ha allontanata dallo spazio psichico e sociale, rendendone, a volte, più difficile l’elaborazione.

Perdere una persona amata significa vivere il dolore della separazione e affrontare una riorganizzazione dello spazio di sé e della propria vita emotiva, cognitiva, affettiva e sociale. L’esperienza del lutto è del tutto normale e fisiologica e generalmente comprende le seguenti fasi:

  • una fase iniziale di intorpidimento: si caratterizza per disorientamento, confusione e incredulità, soprattutto quando l’evento avviene in modo traumatico e imprevisto;
  • una fase di protesta: è la fase della rabbia e del rifiuto per quanto accaduto;
  • una fase di disperazione: è la fase della resa, ci si rende conto dell’irreversibilità della perdita e ci si abbandona al dolore. Generalmente si caratterizza come uno stato transitorio di profonda tristezza, malinconia, perdita di motivazione, alterazione dei ritmi del sonno, disturbi dell’alimentazione, ritiro sociale;
  • e infine, una fase di distacco, caratterizzata da un miglioramento del tono dell’umore e da un graduale recupero di interesse nelle attività sociali e nei confronti di altri figure.

L’elaborazione del lutto, solitamente, segue le tappe di questo percorso.

Elaborare un lutto significa arrivare gradualmente ad integrare la morte della persona cara all’interno della propria narrazione personale. Significa accettare come dato immodificabile la scomparsa dell’altro e costruire nuovi modi di “abitare” quel legame.

Quando è opportuno rivolgersi ad un professionista?

Quando non si riesce a progredire da soli nelle fasi di elaborazione della perdita: quando si continua a negare a se stessi la scomparsa dell’altro o quando parlarne diventa un tabù; quando non si può smettere di essere arrabbiati e/o la rabbia diventa un elemento autodistruttivo; quando ci si sente in colpa e ci si nega la possibilità di andare avanti senza l’altro; quando lo stato depressivo si mantiene per più di un anno dopo la morte della persona cara o, se è talmente intenso da compromettere in modo significativo il funzionamento della persona nei diversi contesti di vita.