“RITORNO AL FUTURO NELLA TERZA E QUARTA ETÀ2 – PATROCINIO DEL COMUNE DI MILANO, DELLA REGIONE LOMBARDIA, DELL’ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA LOMBARDIA E DELL’ ENTE PREVIDENZIALE E ASSISTENZIALE DEGLI PSICOLOGI

Il progressivo invecchiamento della popolazione comporterà, nel corso del 21° secolo, una ridistribuzione demografica senza precedenti: entro il 2050 la proporzione di anziani tenderà a raddoppiare, passando dall’11% al 22% della popolazione totale.

I milanesi con più di 65 anni rappresentano oggi il 20.8% della popolazione milanese. Gli anziani con più di 80 anni sono il 4.8%. Nei prossimi 5 anni, per la prima volta nella storia dell’umanità, il numero di individui di età uguale o superiore a 65 anni supererà quello dei bambini al di sotto dei 5 anni.

L’incremento della popolazione anziana sarà più evidente nei Paesi in via di sviluppo, ma nei Paesi industrializzati il segmento di popolazione che aumenterà maggiormente sarà quello degli ultraottantenni, il cui numero assoluto, entro il 2050, risulterà praticamente quadruplicato rispetto al 2000.

È in corso quindi una rivoluzione silenziosa destinata a cambiare permanentemente le nostre comunità, le famiglie e i servizi. Gli scenari evolutivi del welfare e le correlate esigenze di cambiamento includono diverse prospettive: sociologica, economica e manageriale relativamente alle logiche e agli strumenti che sottostanno l’implementazione e le logiche dei servizi per gli anziani sani (silver age, “giovani anziani” care giver di “grandi anziani”) e per gli anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti.

L’evento ha visto la partecipazione di numerosi addetti ai lavori. La giornata si è svolta nella Casa dei Diritti di Milano con la partecipazione dell’Assessore alle Politiche Sociali, Salute e Diritti, Pierfrancesco Majorino. Un percorso che ha stimolato la discussione sul tema dell’anziano oggi e sulle dinamiche sociali presenti nel nostro territorio cittadino e nazionale.

“Ci piace pensare ogni persona come portatore di significati multipli e l’anziano come tale è parte della trama narrativa familiare e sociale oltre che spettatore attivo dei servizi sociali che lo riguardano. Scegliere la strada della connessione ci porta ad acquisire una visione sincretica del tempo. Tempi multipli e storie multiple inevitabilmente intrecciate; per noi l’anziano e la sua storia è parte indissolubile di questa moltitudine contestuale.”

Dott. Tiziano Schirinzi, Psicologo e Co-fondatore Spazio IRIS

Cosa significa invecchiare oggi? Ormai questa normale fase della vita sembra rappresentare qualcosa da ritardare il più possibile con ogni mezzo, dalla chirurgia all’alimentazione, dalla moda alla generatività. I nostri nonni diventavano tali a 40 anni, noi oggi a quell’età spesso stiamo pensando al primo figlio. Una realtà che è cambiata e che non vuole sentirsi “vecchia”. Già perché il vecchio è qualcosa che funziona male, che ha tempi lunghi e che magari ha degli ingranaggi rotti. Il vecchio è spesso da buttare, un peso per il nuovo perché ne occupa gli spazi. “Mangiate più broccoli!” ci consiglia la Washington University School of Medicine di St.Louis degli Usa perché avrebbero la capacità di rallentare l’invecchiamento compensando il calo di produzione di energia delle cellule. Correggi, modifica, compensa, questa è l’indicazione della nostra società, come se non ci fossero altre possibilità da percorrere con ciò che si ha e con ciò che si è.

Ma è inevitabile invecchiare? Quali caratteristiche porta con se tale trasformazione? Quali significati?

Ritorno al futuro nella terza e quarta età rappresenta una provocazione in quanto vuole porre all’osservatore una realtà che deve inevitabilmente trovare una possibilità diversa da quella del considerare l’invecchiamento come qualcosa da correggere e curare. Malattia e invecchiamento come due processi separati, perché si possa avere la libertà di sentirsi sani e anziani allo stesso tempo, ritornando al futuro della propria reale terza e quarta età.

“Mangiamo più broccoli non perché fanno ringiovanire ma perché fanno bene…e facciamo pace con il nostro tempo”.

Dott. Luca Granata, Psicologo e Co-fondatore Spazio IRIS

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